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Gerrit Van Oord (a cura di), L'esperienza dell'Altro,
Sant'Oreste (Roma), Apeiron Editori, 1990, 199 pp., ISBN 88-85978-00-2, € 12,90

 

Può la scrittura diaristica assumere il valore di una forma cioè di una forma letteraria compiuta? Oppure, per dirla con il giovane Lukács, che cosa può conferire forma ad un diario? Il diario è un continuo tentativo dello scrivere di sé, è un testo ferito che non aspira a nessuna unità o compattezza ma è continuamente avido a cicatrizzarsi nell'assorbire aspetti del vivere che altrimenti sfuggirebbero. Ha scritto Franco Fortini, in una memorabile voce del suo breve dizionario di lettere, che il diario acquista il suo valore drammatico e assoluto "…quando cioè non esistono interlocutori, quando la vita non ha avvenire ma solo un atroce presente". Accanto al diario di Anna Frank, quello di Etty Hillesum è il documento straordinario di una vita intensa e incompiuta.
Etty Hillesum è morta all'età di ventinove anni nel 1943 ad Auschwitz, come Edith Stein. Nell'orrore della guerra e della ferocia nazista, Etty, giovane scrittrice olandese, viveva l'esperienza dell'Altro, depositando nella scrittura i segni di una testimonianza esistenziale e storica. Non ha lasciato romanzi o poesie, solo i suoi diari e le sue lettere, pubblicati in Italia entrambi dalle edizioni Adelphi. Il Comune di Roma nei mesi di Gennaio e Febbraio 2002 ha dedicato alla Hillesum una serie di iniziative (incontri, dibattiti, proiezioni, mostra fotografica) che hanno coinvolto istituzioni culturali, biblioteche e università della capitale. Sempre a Roma si tenne un Convegno il 4 e 5 Dicembre 1988 dedicato a questa "intellettuale del prossimo" di cui il volume in questione "l'esperienza dell'Altro" è la raccolta degli atti. Il filo conduttore di questi studi è la tematica dell'Altro sviluppata nei diari e variamente declinata in molteplici forme: l'altro come tu, l'altro come vita o morte, l'altro come idea del bene e del male, l'altro inteso come Dio. Quando poteva salvarsi decise di andare nel campo di "transito" di Westerbork con gli ebrei prigionieri e volle essere "il cuore pensante della baracca".
C'è in questa espressione l'essenza della personalità della Hillesum: da un lato vuole essere se stessa fino in fondo, e al polo opposto, c'è il desiderio vitale di perdersi negli altri, di non sottrarsi alle vicende della sua gente dispersa e cancellata nei campi di sterminio. Ciò la spinge ad essere utile nel campo di lavoro, vivendo l'esperienza degli altri, empatizzando con la loro sofferenza cioè vedendoli come suoi simili.
Divisi in tre blocchi tematici (1. Le vicende storiche; 2. L'aspetto dello scrivere; 3. L'aspetto del pensare), i saggi che compongono il volume scrutano con passione e rigore la vita e il pensiero di Etty attraverso i suoi diari mettendone in risalto il concetto dinamico di identità personale che si struttura in una tensione inesauribile con un'alterità accolta e mai consumata, incontrata e mai assoggettata.
Innanzitutto lo scrivere è terapia, forma, gesto creativo cui Etty si dedica con dedizione al fine di ricostruire e decifrare il proprio divenire senza riserve o diserzioni fino a toccare il limite estremo del sacrificio a condizione che si risparmino le parole inutili per poter trovare quelle poche che sono invece necessarie, organicamente inserite in un gran silenzio.
In questa sezione dedicata alla scrittura sono da segnalare due saggi di particolare spessore, il primo di Fabio Russo (Rainer Maria Rilke, Etty Hillesum , Giorgio Voghera: l'Altro e la Morte nell'esistenza compressa) e il secondo Piet H.Schrijvers ( I diari di Etty Hillesum e le lettere di Seneca).
Il saggio di Russo indaga i punti essenziali del rapporto che lega l'opera di Rilke alla Hillesum, le ragioni di una contaminazione prospettica di scritture e gesti motivata sulla presenza dell'Altro cioè di Dio come ciò che è di più intimo in ogni cuore umano. Si tratta del Rilke del Libro d'ore e delle Lettere che la Hillesum legge con avidità e porta con sé in valigia nell'ultimo viaggio per Auschwitz. Le pagine del Diario di Etty si confermano "il frutto più maturo del suo tormentato cammino umano e che ha al centro appunto Dio, che ricorre tanto frequentemente nel suo colloquio con le cose" (p. 94). L'olandese Piet H.Schrijvers invece opera un accostamento originale tra i diari di Etty e le lettere di Seneca, nell'ambito nella tradizione dell'esercizio spirituale che dagli Stoici ad Ignazio di Loyola ha sempre caratterizzato la preparazione interiore alla morte e l'anticipazione della sofferenza che si dovrà provare. Mentre Seneca volge la sua attenzione sui cogitata (pensieri e riflessioni), Etty si concentra sui sentita (descrizioni di reazioni emotive) che hanno il proprio centro di gravità nel suo terapeuta e amante Julius Spier, un chirologo ebreo-tedesco di formazione junghiana, esperto nell'arte di leggere sulla mano la vita delle persone. Il legame con Spier, di cui Etty dà ampio resoconto nei Diari, è un'ulteriore declinazione dell'esperienza dell'altro.
I saggi della terza sezione ripercorrono in maniera più specifica il pensiero vissuto della Hillesum, nella fattispecie l'identità femminile e il sacrificio, il linguaggio del corpo, la tradizione mistica. Temi che meriterebbero un'ampia trattazione perché toccano la pratica di quel pensiero della differenza su cui si sta insistendo in specie negli ultimi anni .
Nadia Neri nel saggio sull'identità femminile e il sacrificio riflette sulla personalità di Etty come donna, rivelandone una capacità introspettiva di straordinaria modernità sempre alla ricerca di un ruolo preciso in un mondo devastato dall'odio e dagli orrori soprattutto per il suo essere donna ed ebrea ad un tempo. Ed è il sacrificio a suggellarne completamente il pieno possesso di sé. Di altro tenore è il saggio di Loet Swart che indaga i rapporti della Hillesum con la tradizione mistica, soprattutto ebraica. L'immagine che Etty dà della sua situazione interiore simile ad un campo di battaglia insanguinato suggerisce all'autore di concentrarsi su tre nuclei teoretici: l'anelito all'unità, lo spazio dell'anima e il pensiero levinasiano della sostituzione. La mistica è un'esperienza che Etty vive guardando in faccia il dolore e la sofferenza dell'umanità che comprende vittime e carnefici, è un ascoltare dentro se stessi gli altri e Dio, è un prendersi il carico di ciò che gli altri non riescono più a fare, è un portare le persone dentro come boccioli e che lascio sbocciare.
Parole che sono assai di più di una testimonianza, se proviamo a gettare lo sguardo sulla tragedia che si sta consumando in Palestina.

Aldo Meccariello

 

Indice:

Prefazione di Ted J.Meijer
L'esperienza dell'Altro di Gerrit Van Oord

I. LE VICENDE STORICHE
1. J. (Hans) C. H. Blom
La persecuzione degli ebrei in Olanda - una prospettiva
internazionale
2. Federico Cereja
La deportazione degli ebrei italiani: alcune linee
di lettura
3. Vittorio E. Giuntella
Gli scritti di Etty Hillesum come fonte strorica
4. Karel J. Hahn
Etty Hillesum - Purificazione ai limiti dell'esistenza

II. L'ASPETTO DELLO SCRIVERE
5. Chiara Passanti
Tradurre Etty Hillesum
6. Fabio Russo
Rainer M. Rilke, Etty Hillesum, Giorgio Voghera:
l'Altro e la Morte nell'esistenza compressa
7. Piet H.Schrijvers
I diari di Etty Hillesum e le lettere di Seneca
8. Klaas A.D. Smelik
Le edizioni dell'opera di Etty Hillesum

III. L'ASPETTO DEL PENSARE
9. Andrea Devoto
Propositività e assertività nel messaggio di Etty Hillesum
10. Giacoma Limentani
Il linguaggio del corpo
11. Nadia Neri
Etty Hillesum: identità femminile e sacrificio
12. Sergio Quinzio
Attaccamento alla vita e pietà
13. Klaas A.D. Smelik
L'immagine di Dio in Etty Hillesum
14. Loet Swart
Etty Hillesum e la tradizione mistica