NUDITA'
DISVELAMENTI

Censura per Venere.
L’edizione italiana del saggio su Brigitte Bardot
di Simone de Beauvoir


di Gabriella Baptist

(vedi il testo di Simone de Beauvoir)


Nel 1960 usciva presso la casa editrice Lerici di Milano un breve testo di Simone de Beauvoir dedicato a Brigitte Bardot e già pubblicato a Londra col titolo Brigitte Bardot and the Lolita Syndrome1. Inframezzato da piccoli ritratti quadrati dell’attrice (in cui si scandagliano le varie espressioni del suo volto: sorridente, stupito, imbronciato, indifferente, misterioso, ingenuo, ammiccante, annoiato, indolente, pensieroso, sincero, conturbante, capriccioso, innocente…) il breve testo della de Beauvoir inizia facendosi innanzitutto beffe della gelosia denigratoria delle donne francesi, della suggestione camuffata dal malanimo dei maschi latini, così come delle demonizzazioni dei moralisti e benpensanti. Ripetutamente e con simpatia niente affatto camuffata, Brigitte Bardot è detta “incantevole”2, immagine di un’emancipazione conquistata da una donna tendenzialmente già libera, il che costringe però i fedelissimi di modelli ancora arcaici a scandagliare nella ninfa irraggiungibile quella distanza dell’‘eterno femminino’ che la realtà ha già accorciato. La pubblicazione in italiano del saggio di Simone de Beauvoir si concludeva poi con una breve filmografia e con foto in bianco e nero dell’attrice, tutte naturalmente di grande impatto seduttivo, se non altro per la sua smagliante bellezza.

Brigitte Bardot era allora, all’inizio degli anni Sessanta, una pubblica disgrazia per la censura, che regolarmente accorciava al cinema le scene troppo esplicite dei film da lei interpretati, a tutela di un’educazione repressiva che ancora imperava soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, nella Francia di De Gaulle, nella Spagna di Franco, nel Portogallo di Salazar. Anche nell’Italia di Tambroni o delle ‘convergenze parallele’ di Fanfani, dove a Sanremo si cantava “Tu sei romantica”, l’edizione del volumetto di Lerici finì subito sotto i colpi della censura – probabilmente soprattutto in seguito alla foto di lei nuda sulla battigia, nuova Venere che sorgeva dalla spuma del mare. Nel pieno del boom economico, della gigantesca migrazione interna, dello spopolamento delle campagne, della speculazione edilizia in città, della protesta sindacale e del profilarsi sempre più netto delle istanze di riscatto sociale, il volumetto di Simone de Beauvoir visse il suo momento di antagonismo culturale quando fu sequestrato poco dopo essere uscito, nel luglio del 1960. Si trovava peraltro in buona compagnia: già a febbraio, per esempio, l’“Osservatore romano” aveva invitato la magistratura ad intervenire censurando La dolce vita di Fellini, che infangava la dignità e la cristianità di Roma propagandando il vizio (la Palma d’oro al Festival di Cannes dello stesso anno fu in fondo una risposta internazionale alla condanna clericale); anche L’avventura di Michelangelo Antonioni, con Monica Vitti, sarà sequestrato nell’ottobre dello stesso anno per oscenità.

Il volumetto di Lerici del 1960, presto ritirato dal commercio, vedrà in seguito una nuova edizione nel 1962 presso la stessa casa editrice, ovviamente dopo qualche ritocco: una copertina spiritualmente blu anziché emotivamente arancione, l’aggiornamento della filmografia in appendice e poi soprattutto l’epurazione delle foto ritenute troppo licenziose, sostituite ora con altre più consone al gusto censorio3. Riproduciamo qui accanto, oltre alla copertina della prima edizione, anche le immagini espunte dalla seconda, mai davvero scostumate, solo colpevoli di una scollatura più generosa o di un bacio ipoteticamente appassionato, per la messa in scena di una conversazione amorosa esplicitamente erotica, anche se affatto pudibonda, o magari solo per la naturalezza che gioiosamente promana da un corpo splendente di giovinezza e di armonia4.


1 Simone de Beauvoir, Brigitte Bardot, traduzione di Piero Del Giudice, Milano, Lerici, 1960 (Oggi nel mondo, 4). Ead., Brigitte Bardot and the Lolita Syndrome, traduzione di Bernard Fretchman, London, Deutsch, Weidenfeld & Nicolson, 1960. Attualmente il testo compare in italiano con il titolo “Brigitte Bardot e la sindrome di Lolita” nell’antologia, successivamente più volte riedita: Ead., Quando tutte le donne del mondo…, a cura di Claude Francis e Fernande Gontier, traduzione di Vera Dridso, Torino, Einaudi, 1982, pp. 11-23.

2 Simone de Beauvoir, Brigitte Bardot, cit., pp. 7, 8, 13, 39.

3 Simone de Beauvoir, Brigitte Bardot, traduzione di Piero Del Giudice, Milano, Lerici, 1962.

4 Le foto riprodotte si trovano solo nella prima edizione (1960) del testo Simone de Beauvoir, Brigitte Bardot, cit., in pagine non numerate, ma corrispondenti alle pp. 46, 49, 54, 55, 56, 60, 61, 63, 70, 71, 78, 79, 83, 87.






















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